Che sia un episodio o un’abitudine, ecco cinque comportamenti utili da adottare per sgonfiare un bambino aggressivo e conquistare il rispetto reciproco.
Essere trattati dall’alto in basso da un mostriciattolo che misura 50 cm meno di te (nel mio caso) è irritante.
Soprattutto quando il mostriciattolo in questione sbuffa, leva gli occhi al cielo o, nel peggiore dei casi, risponde in modo molto poco rispettoso, alza la voce o è un bambino aggressivo.
Quando mi succede, mi dico “Sta testando i miei limiti. Fa parte del crescere”.
Vero, ma stare a guardare forse non è la miglior cosa da fare, perché dei limiti, comunque, è giusto che ci siano.
Come sgonfiare un bambino aggressivo?
La tentazione quando i bambini arrivano a farti saltare i nervi è rispondere ad aggressività con aggressività. Ma l’escalation è facile, loro non si stancano e di certo non stiamo dando il miglior esempio.
Allora meglio fare un bel respiro, recuperare un atteggiamento il più zen possibile e mettere in pratica una di queste tattiche, o anche tutte.
5 modi per trattare con un bambino aggressivo e conquistarsi fiducia e rispetto
1. Empatia
Smetto di sbuffare come un toro, razionalizzo e mi chiedo “Perché mia figlia mi sta attaccando?”
Poi lo chiedo a lei “Ehi, cosa c’è che non va? Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?”.
E una volta avuta risposta, le chiedo di pensare a una soluzione “Ah, capisco, mi spiace, allora come possiamo evitare che tu mi tratti così?”
2. Esprimersi senza scaldarsi troppo
Dico a mia figlia che deve fare un po’ di compiti e lei parte con urla e strepiti.
“Ehi, guarda che puoi dire la tua opinione anche senza essere arrogante”.
Per esempio, invece di rispondere “No, i compiti non li faccio” potresti dire ” sono molto stanca ora, posso fare i compiti tra un’oretta?” Oppure “Posso invece leggere un libro o scrivere il diario delle vacanze?”
E’ importante che capiscano come formulare la propria volontà in un modo da non offendere nessuno e che capiscano che non si può solo rifiutare, ma bisogna essere propositivi e prendersi la responsabilità dei propri compiti, che si tratti di riordinare la camera o aiutare a sparecchiare.
Un po’ alla volta prenderanno questa abitudine, noi non avremmo più bisogno di negoziare fino allo sfinimento e loro impareranno a gestire con maggiore autonomia il loro tempo e le cose da fare, oltre al rapporto con gli adulti.
Insegnare a un bambino aggressivo che stanchezza e nervosismo non giustificano l’arroganza
3. Ehi, ma tu sai chi sono io?
Vi rispondono con tono arrogante e aria di sfida, magari in presenza di altre persone? Prendeteli in disparte. Fate presente che lo fate per non metterli in imbarazzo davanti ad altri, anche se loro, invece, hanno messo a disagio voi e di certo non hanno fatto una gran bella figura perché nessun bambino che tratti male i suoi genitori fa una gran bella figura.
Il punto è che per quanto nervoso o irritato o stanco un bambino sia, non deve MAI dimenticare di rispettare chi ha davanti. Che siano i suoi genitori, i nonni, la maestra, la tata, …
E concludete con un “Ok, ora dimmi con calma quel che volevi dirmi”.
Trasformare un bambino aggressivo in un bambino zen? E’ un esercizio anche per noi
4. Time Out
Nello sport un time out serve a decomprimere, focalizzare l’obiettivo, pensare alla migliore strategia.
Nella vita è uguale e ci permette di evitare di fare o dire scemenze di cui potremmo pentirci.
E’utile spiegarlo soprattutto agli adolescenti, la cui rabbia è spesso in ebollizione quanto i loro ormoni.
Ai più piccoli possiamo dire che quando si sentono come un vulcano in eruzione, è meglio mettere un coperchio, sbollire un po’ e poi parlarsi.
E noi prendiamoci il tempo di starcene in silenzio, non ascoltare e non rispondere alle loro provocazioni.
I bambini devono capire che essere maleducati e impertinenti non porta a niente e non merita l’ascolto.
Un bel cartello con su scritto Time Out, da mostrare o da appendere alla porta della stanza in cui starsene a meditare è un’ottima idea. L’importante è poi prendersi il tempo di chiarirsi con calma e NON aspettarsi che la cosa si risolva da sé.
5. Bastone o carota?
Qui occorre capire bene il temperamento dei propri figli. Tengono particolarmente a qualcosa (i 10 minuti di tv o il pomeriggio da un amico, per esempio) e toglierglielo sarebbe una punizione che li farebbe meditare parecchio? Non esitate e non cedete.
Se invece per carattere il loro obiettivo è un riconoscimento, prevedete un piccolo premio se, per esempio, imparano a organizzarsi da soli il tempo dei compiti o disfare da soli la borsa del calcetto.
Il mestiere di genitore è faticoso, ma lo è anche quello di diventare dei piccoli grandi uomini (o donne). Se noi non vogliamo ripetere all’infinito frasi che finiscono con l’avere il solo effetto di rimbalzare sui nostri figli annoiandoli a morte, non molliamo.
Adottare queste linee, o quelle che ci sembrano più adatte a noi e ai nostri figli, ed essere costanti nel seguirle ci eviterà un bel po’ di arrabbiature e ci garantirà qualcosa di molto importante per la vita: il rispetto reciproco.