Sono passati sei anni, li abbiamo festeggiati questo week end con una bella festa e la sera prima mi sono messa a scorrere l’archivio delle foto.
Ha questo di bello il computer, che un album di carta non può fare: ti permette di vedere a ritroso il tuo film in un’infinità di fotogrammi che forse avevi scordato.
I tuoi 5 anni, il cerotto sulla fronte, i tuoi 4 anni, il cerotto sulla fronte, il primo giorno d’asilo con al collo la collana della classe dei fiori, l’incontro con l’amico del cuore, l’ultimo giorno al nido, il cerotto sulla fronte (un’abitudine!), la prima volta in acqua con i braccioli, la testa addormentata sul seggiolone e pappa ovunque, a gattoni con il casco in testa (esagerati? No, prevedevamo i cerotti sulla fronte e non avevamo torto).
I tuoi primi sandali, quelli con i pinguini, le notti insonni, la prima volta che hai strappato una pagina di Vogue, …
Indietro indietro fino al 26 settembre di 6 anni fa, quando mi sono presentata in ospedale con il mio cuscino sotto braccio e 7 ore dopo al posto del cuscino c’eri tu.
E da quel momento ogni giorno, mentre giravamo il nostro film, è stato come riavvolgere un vecchio film.
Nel mio tagliare le carote rivedo le sue mani che preparavano il minestrone (lo odiavo, come te, ma non posso dirtelo), le notti in cui cucivo il tuo costume da sirena rivedo lei, al tavolo della cucina mentre cuciva il mio da Cenerentola. Tu che lecchi col dito l’impasto della torta dalla stessa ciotola gialla in cui lo preparava lei e io che ti dico di non farlo non so perché, solo perché ripetere quelle stesse parole, qualche volta, sembra quasi una formula segreta.
Che cos’è una mamma?
Una mamma è in ogni gesto.
Nella crosta del pane che mangia anche se non le piace, per lasciare a te la mollica, nel diario da controllare la domenica sera, nelle ricette che ha visto fare e che fa a memoria perché lì sono scritte, nei nodi dei capelli da sbrogliare, nei cerotti e nelle ginocchia sbucciate, nelle mani congelate su cui soffiare per scaldarle, nella minestra calda su cui soffiare per non avere più scuse, …
Una mamma è in tutto quello di suo che hai fatto tuo senza nemmeno accorgertene, nel tuo modo di guardare le cose, in quello che ricordi di lei, anche quando, come la mia, non c’è più.
Chissà se un giorno, cucendo un vestito da carnevale, ritroverai le mie mani e le sue.