I miei istanti di gioia sono in ogni suo passo, piccolo o grande, in ogni conquista, in una stretta di mano, in un gioiello speciale …
Quando sono diventata mamma è stata una gioia.
E quando te lo dico tu mi guardi e sorridi con quel sorriso compiaciuto di chi pensa “oh, come sono importante”.
Però poi non dici niente, perché ormai te l’avrò ripetuto un milione di volte che quel giorno è stata davvero una gran G I O I A e a te, invece, interessano molto di più le novità. A sei anni è normale. Per i ricordi c’è tempo.
Quello che ancora non sai (e credo passeranno almeno una ventina d’anni prima che tu possa capire cosa intendo) è che da quel giorno gli istanti di gioia si sono accumulati come in una grande nuvola e poi ci sono piovuti addosso.
Sai una di quelle pioggerelle che poi fanno uscire l’arcobaleno…
Una pioggia di piccole felicità che ogni volta hanno lavato via le preoccupazioni e i timori che ci sono nella vita di ogni mamma (non alzare gli occhi al cielo. Vedrai che succederà anche a te).
Piccoli istanti di gioia che ho cominciato ad annotare, riproponendomi di tenerne un diario.
Solo che erano spesso così piccoli che descriverli sarebbe stato difficile. Impossibile.
Impossibile raccontare quando quella specie di ghigno si è trasformato in un vero sorriso o quando ridevi come una matta per gli sbuffi sulla pancia (per fortuna lo fai ancora).
E poi c’è stato
quando camminavi tenendo legato al polso un palloncino e stupendoti perché ti seguiva,
quando cercavi di imparare a fischiare e ti arrabbiavi perché non ti riusciva,
quando hai provato ad allacciarti le scarpe da sola per la prima volta (si, erano quelle gialle, che memoria!),
quando ti sei impiastricciata tutte le dita con il mio smalto preferito… anzi quello non è stato un istante di gioia, ma quando abbiamo giocato alle signore invece si…
Forse lo riprendo in mano quel quaderno e le scrivo davvero tutte queste cose.
Perché, sai, ricordarsi le piccole gioie fa più bene del cioccolato.
E poi mentre tu hai una memoria di elefante, io ho quella di un lombrico, allora magari scriverle, queste cose, ci servirà, domani.
Magari me le leggerai tu.
E allora dovrei anche descrivere la tua faccia da arrabbiata, quando incroci le braccia e sembri Brontolo,
o come eri concentrata la prima volta che sei andata in bici senza le rotelle …
E poi dovrei scrivere (anzi, questo un po’ l’ho fatto) il mio magone il primo giorno di scuola, quando ho pensato che cominciavi una vita da grande e i doveri forse ci avrebbero tolto spazio per i nostri piccoli piaceri.
Ho cambiato idea, sai. Ho scoperto che è vero che per le mamme gli istanti di gioia ci sono sempre.
Sono in ogni passo che fai, in ogni tua nuova scoperta, anche nel test di scienze di ieri dove hai scritto che il criceto è onnivoro e poi invece hai scoperto che è vegetariano (io mica lo sapevo! vedi che imparo anche delle cose nuove con te.)
Sono ogni volta che giochiamo insieme, ogni volta che ti spingo in altalena (beh, insomma, quasi), ogni volta che mi prendi la mano. Anche se lo fai per rubarmi il cioccolato…
Gli istanti di gioia li hai raccolti anche nell’ultimo regalo che mi hai fatto, il braccialetto Morellato.
“I due cuori siamo tu e io, love è perché ti voglio bene e family siamo noi quattro” (hai compreso anche il gatto, ci avrei giurato).
E’ un gioiello che brilla, come i tuoi occhi quando me l’hai dato e i miei ogni volta che lo guardo.
Lo porterò sempre con me, questo bracciale speciale con la nostra storia, fino a che non arriverà il Tuo grande istante di gioia.
Allora sarà il mio regalo per te: un pezzetto della tua storia e un modo per raccogliere i tuoi nuovi istanti di gioia.