Chi fa da sé fa per tre? No, anche Wonder woman è stanca! Ecco invece come condividere, pianificare e puntare sulla parità.
Eccoci a settembre inoltrato.
Le mattine che si svegliano con noi, i riposini pomeridiani, le passeggiate ossigenanti tra i boschi o sulla spiaggia, il mangiare quando si ha fame e il riposare quando si ha sonno… tutto un lontano ricordo.
Lavoro e scuola sono ricominciati ed eccoci di nuovo in balia di una gestione complessa e faticosa: lavoro, bambini, casa, sport, il corso di inglese, i nonni, … tutto insieme, tutto da sole e, comunque, tutto senza poter togliere niente dall’infinita lista dei TO DO.
Un sovraccarico di impegni che affolla le nostre menti prima ancora che le nostre giornate, letteralmente intasate di pensieri prima ancora di svegliarci.
Così dal mattino la giornata diventa un rincorrersi di scadenze che non ci lasciano il tempo di respirare. Letteralmente.
Beh, però poi contare su di Lui!
Se state facendo una smorfia, siete tra quelle per cui l’aiuto che può arrivare dal proprio compagno si riduce ad estemporanei consensi, quasi mai spontanei, ma che rispondono alle nostre richieste occasionali: “Oggi potresti passare tu a prendere il bambino a tennis?”, “Se arrivi a casa prima di me, potresti mettere su una pentola d’acqua?”, “Al ricevimento degli insegnanti (il dodicesimo) vieni anche tu stavolta?”… Continuo? Non serve, vero?
L’impegno a favore della famiglia e della casa, è noto, non è quasi mai lo stesso da parte dell’uomo e della donna, con non poche complicazioni, destinate a minare l’armonia della coppia stessa.
Quindi che si fa?
Chi fa da sé fa per tre, oppure…
Non è detto che accentrare sempre ogni impegno su di noi sia la soluzione.
Possiamo invece impostare il rientro alla vita di tutti i giorni come una nuova startup, che tenga conto dei diritti e dell’esigenza di tutti di avere del tempo per sé e contemporaneamente di sentirsi partecipi della gestione familiare.
L’organizzazione è condivisione
La famiglia si regge su equilibri complessi, frutto delle relazioni tra tutti i componenti ma in particolare sull’armonia della relazione di coppia.
La casa e l’educazione dei figli sono temi fondamentali di discussione e spesso anche di litigate e di incomprensioni.
E’ indispensabile che i compiti vengano stabiliti con chiarezza, esplicitamente, in modo che ciascuno sappia cosa c’è da fare e ciò che gli spetta.
Non ci sono giusto e sbagliato in assoluto, né una soluzione valida per tutte le famiglie: la bontà dell’organizzazione familiare è tarata sulla soddisfazione di entrambi e sull’efficacia nello svolgimento di tutti i compiti.
Se non me lo dici non posso saperlo
Sembra strano che qualcuno possa non chiedersi come sono arrivati sul tavolo della colazione latte e biscotti, se i figli debbano andare dal dentista, o per quale magia le camicie siano sempre stirate nell’armadio, eppure è così.
Il mio consiglio è fare un elenco, meglio se settimanale in modo da poter essere inserito in agenda in tempo utile.
Segnatevi tutti gli impegni e incombenze che riguardano la famiglia: spese, dentista, sport, compleanni, riunioni a scuola e così via. E stabilite a tavolino, sulla base dei propri impegni personali, come dividere gli incarichi.
Noi donne dobbiamo ricordarci che i compiti della casa e l’impegno della crescita dei figli sono responsabilità di entrambi i genitori e gli uomini dovrebbero aprire spazi autentici di disponibilità per farsi carico di occupazioni che, anche se tradizionalmente non erano loro assegnate, oggi sono necessariamente da condividere.
Come condividere, pianificare ed essere meno stanche
Condivisi tutti gli impegni, studiate una strategia comune per affrontarli e pianificarli. Questo ci aiuterà a tenere a bada l’ansia dell’eccesso di carichi e a stare certe che ogni cosa verrà fatta.
Rinunciamo alla fantasia di poter essere delle Wonder Women che non chiedono mai: questo può portare inaspettate aperture nel rapporto di coppia dove l’autenticità è decisamente un valore più significativo.
Se ammettiamo a noi stesse che far tutto da sole è uno sforzo troppo grosso e chiediamo al nostro compagno apertamente il suo supporto, ci stiamo già allontanando dalle incomprensioni che derivano dalle nostre aspettative non comunicate, dalle rivendicazioni per il mancato aiuto ricevuto, e possiamo confrontarci chiaramente, da adulti, su questi temi che riguardano entrambi e trovare delle soluzioni.
Ma la parità esiste? No. E forse è un bene
Occhio alla nostra idea di parità. Non esiste realisticamente una divisione al 50 per cento: ci sarà sempre uno più autorevole dell’altro con i figli, uno più svelto nelle pulizie, uno che contribuisce di più alle spese familiari.
Il rispetto dei nostri punti di forza e di debolezza può facilitare molto la collaborazione familiare e la fluidità nello svolgere le routines quotidiane.
A ciascuno i suoi compiti
Ciò che conta è stabilire degli spazi di azione ben suddivisi per ciascuno in cui poi, rigorosamente, non andremo a ficcare il naso.
Cerchiamo di riporre fiducia nei nostri compagni, nel loro personale modo di fare le cose e gratifichiamoli un po’ per il loro contributo, specialmente se questa modalità condivisa di gestione degli affari comuni è una novità nella nostra famiglia!
Ricordiamo che l’espressione della nostra gratitudine ha un effetto motivante estremamente più potente di mille richieste.
E i figli in tutto questo?
Coinvolgiamo i nostri figli. Spesso i bambini sono tenuti del tutto fuori dallo svolgimento delle mansioni di casa, con conseguenze negative sulla loro capacità di svolgere semplici compiti in autonomia e sul loro senso di appartenenza alla famiglia.
Ai bambini piace sentirsi importanti e fare delle cose che aiutino le persone che amano: stabiliamo a seconda dell’età dei bambini mansioni che devono svolgere con regolarità.
Possono apparecchiare la tavola, sparecchiarla, riordinare i loro giocattoli, e via via svolgere compiti più complessi crescendo.
Ma anche qui non occasionalmente, ma in maniera programmata e sistematica, tenendo REALMENTE conto del loro contributo nella gestione familiare.
La casa è di tutti, anche dei nostri bambini e renderli più autonomi e capaci è un grande regalo che noi possiamo fare loro!
Un po’ di attenzioni per sé
Non dimentichiamoci mai di noi.
Non è detto che l’essere sempre sfinite debba diventare uno stato cronico e inevitabile.
Il corpo lancia segnali importanti che vanno ascoltati con amore da parte nostra, occupandoci di noi stesse con consapevolezza e responsabilità.
Trattiamo dolcemente le bambine che siamo state attraverso del buon cibo, un po’ di riposo quando necessario, un po’ di movimento per il nostro corpo e un piccolo spazio di solitudine nel quale ritrovarci ogni giorno, anche pochi minuti, per esserci con pienezza nelle nostre giornate.
Deprivarci di cibo, riposo e di un minimo spazio per noi serve solamente a renderci nervose e a compromettere la riuscita di questo cambiamento che molto dipende dal nostro equilibrio emotivo e dalla nostra fermezza.
Ricordiamoci che il cambiamento, anche quello verso i risultati migliori, richiede sempre un po’ di fatica, quindi ricarichiamoci positivamente con costanza!
Gaia G.
Mi chiamo Gaia , sono nata nel Settembre del 1975 a Savona, dove ancora oggi vivo con la mia famiglia. Laureata in Psicologia e iscritta all’Ordine degli Psicologi, inizialmente ho intrapreso una formazione tradizionale, con analisi personale e studi dinamici. Sentivo però che questo approccio non mi rappresentava completamente; Ddesideravo un metodo che tenesse conto della persona nella sua interezza: emotiva, corporea e spirituale. Mi sono quindi avvicinata ad un approccio energetico.
Mi occupo di percorsi di crescita individuale, colloqui di coppia e incontri di gruppo, animata dalla certezza che i momenti di difficoltà possono essere motori di grandi cambiamenti.
Mi occupo di famiglia e di educazione dei bambini, collaboro da più di dieci anni con nidi di infanzia e scuole e seguo i genitori. Insieme risolviamo piccoli problemi e intoppi e troviamo strategie utili.
Potete seguire gli eventi e gli incontri che propongo sulla mia pagina Facebook o contattarmi via email.