Come rispondere senza imbarazzi e nel modo corretto alle domande dei nostri figli sull’amore? Ecco come spiegare l’amore ai bambini di età diverse.
San Valentino, la festa dell’amore e degli innamorati. Facile che qualche domanda sulla questione amore arrivi …
Ma quando ci si innamora per la prima volta? Quando ci siamo innamorati noi la prima volta? A che età il nostro cuore inizia a provare attrazione per un’altra persona?
I bambini possono innamorarsi molto presto per la prima volta, già intorno ai tre anni, quando sono ormai in grado di relazionarsi con i compagni e , attratti dall’uno o dall’altra, iniziano a parlare di fidanzati e fidanzate e a manifestare le loro emozioni con dimostrazioni fisiche affettuose.
Si tengono per mano, all’asilo chiedono di essere messi vicini a pranzo al loro prediletto e si danno baci liberamente.
Da questo momento, che coincide anche con una certa aumentata consapevolezza legata al proprio corpo e alle differenze tra le femmine e i maschi, i bambini possono iniziare a porre domande ai genitori sull’amore o su come i bambini arrivano nel mondo, perché desiderano sapere come loro stessi sono arrivati nel mondo.
Iniziano ad esprimere la loro curiosità ed è importante che mamma e papà siano preparati a rispondere alle loro domande fin da questa età: saranno risposte semplici, concrete, su un piano di realtà che è quello che i bambini più piccoli possono comprendere.
Sono domande legittime, alle quali è bene non sottrarsi, ma sono anche domande che possono suscitare in noi adulti qualche imbarazzo.
Molti di noi non sono stati abituati nelle loro famiglie di origine a parlare di amore, di coppia e di sessualità con i genitori.
Oggi però possiamo offrire ai nostri figli una diversa apertura, già in casa, proponendo un’educazione sentimentale che sia permeata dai nostri valori condivisi, che può davvero fare la differenza per i nostri figli nella gestione delle loro emozioni e delle loro relazioni.
Come spiegare l’amore ai bambini? Quali sono le parole giuste?
Naturalezza e semplicità sono il registro migliore per aprire un dialogo con i figli: trasmettere tranquillità nel parlare di amore comunica loro come non ci sia niente di scabroso o sporco in ciò che stiamo raccontando.
Tuttavia l’imbarazzo può sorgere, è del tutto comprensibile: allora, se sentiamo che la nostra timidezza e il nostro disagio del momento possono impedirci di esprimerci con la libertà che desidereremmo, non abbiamo paura di rimandare il discorso ad un altro momento.
Possiamo dire chiaramente che in quel momento siamo in difficoltà e che ne riparleremo tra poco: facciamo un bel respiro, accogliamo la nostra emozione e prepariamoci per un momento successivo, in cui saremo più tranquilli e centrati. I bambini sanno essere molto comprensivi in risposta alla nostra autenticità.
Mai invece rifiutarsi di rispondere perché di questo non si può parlare, come se fosse un argomento proibito.
Mai dire che non sono argomenti adatti all’età che il bambino ha: non è l’argomento ad essere inadatto, sono le nostre risposte a doversi adattare.
Non inculchiamo sensi di colpa riguardo alla loro curiosità sulla vita: sono blocchi difficili da smantellare in futuro.
Con il bambino piccolo possono andare bene parole molto semplici che comunichino però che per fare un bambino è necessaria l’unione di un uomo e una donna, che insieme possono fecondare un semino che poi diventerà un bambino.
Trovate le parole che sentite più vicine al vostro cuore, ma evitate metafore troppo lontane dalla realtà come cicogne o cavoli…
I bambini fino a sei anni hanno un pensiero molto concreto e non vogliamo che realmente fantastichino voli di cicogne che aspetterebbero invano (voi ne avete mai viste volare sopra il tetto di casa vostra?). Finiremmo col complicarci la vita e arrampicarci sugli specchi con spiegazioni sempre meno realistiche.
Mettete in conto che la risposta che il bambino riceve a quattro anni ha valore per quel momento specifico che sta vivendo, ma può essere dimenticata da lui e potrà avere bisogno nel tempo di nuove domande e di nuove risposte più adatte alla sua età.
Come spiegare l’amore ai bambini? 6 anni, le cose cambiano…
Da quando il bambino sarà alle scuole elementari, inizierà a ricevere stimoli sempre più forti legati all’intimità da parte degli amichetti e delle amichette, fino poi a riceverli dai cellulari e da internet.
E’ evidente che cesseranno di avere senso risposte metaforiche che parlino di semi, mentre si faranno necessarie spiegazioni più articolate, tanto più necessarie per guidarli nel tumulto di informazioni da filtrare dall’esterno.
Tra i ragazzi possono circolare storie fantasiose e mitologiche legate all’amore e alla sessualità, parlarne in casa serenamente può essere un buon esame di realtà per loro.
Potrebbe essere significativo che il padre parli ai figli maschi e la madre alle figlie femmine, per vicinanza di esperienze, ma comunque è bene che entrambi possano comunicare che senza la donna l’uomo non può diventare padre e senza l’uomo la donna non può diventare madre.
Che spieghino dove si trovano nel nostro corpo i semi della vita maschile e femminile, che questo ci accomuna a tutti i mammiferi ed è un fatto naturale.
Può essere anche utile procurarsi un libro fatto bene che racconti la sessualità (qui vi abbiamo segnalato diversi libri per spiegare l’amore e il sesso ai bambini, per le diverse età) e proporlo ai bambini in modo che possano sfogliarlo, a supporto dei dialoghi con noi.
Ma insieme a tutto ciò, è assolutamente necessario che i genitori raccontino ai figli dell’amore e della grande responsabilità che sono alla base dell’intimità con un’altra persona.
Preadolescenza: spiegare l’amore come rispetto di sé e dell’altro
Questo è il nocciolo che non può mancare mai nei discorsi sull’amore, adeguatamente declinato a seconda dell’età e particolarmente necessario a partire dalla preadolescenza, quando la possibilità di vivere delle relazioni d’amore inizia a farsi concreta.
Parliamo coi nostri figli di quello che si aspettano dalle relazioni, chiediamo loro di rispettare se stessi mentre sono in relazione con l’altro e di conseguenza di rispettare le persone che arrivano nella loro vita, cercando di stare bene insieme e di non provocare loro sofferenza.
Insegniamo loro che avvicinarsi al mondo di un’altra persona ci rende responsabile per lei ed è necessario averne cura e così è bene prestare attenzione alla responsabilità che abbiamo verso noi stessi, il nostro mondo, la nostra felicità.
E ricordiamo che in ogni caso, sempre più delle nostre parole, ciò che insegniamo ai nostri figli lo insegniamo soprattutto attraverso il nostro esempio, attraverso le persone che siamo e attraverso come ci relazioniamo con gli altri.
Attraverso l’amore che siamo capaci di donare, la tenerezza che possiamo esprimere, il rispetto e l’amore che dimostriamo verso noi stessi.
E ora, se vi va, potete guardare questo bel video in inglese. Quando un genitore dice: “siediti, dobbiamo parlare… ”
Mi chiamo Gaia , sono nata nel Settembre del 1975 a Savona, dove ancora oggi vivo con la mia famiglia. Laureata in Psicologia e iscritta all’Ordine degli Psicologi, inizialmente ho intrapreso una formazione tradizionale, con analisi personale e studi dinamici. Sentivo però che questo approccio non mi rappresentava completamente; desideravo un metodo che tenesse conto della persona nella sua interezza: emotiva, corporea e spirituale. Mi sono quindi avvicinata ad un approccio energetico.
Mi occupo di percorsi di crescita individuale, colloqui di coppia e incontri di gruppo, animata dalla certezza che i momenti di difficoltà possono essere motori di grandi cambiamenti.
Mi occupo di famiglia e di educazione dei bambini, collaboro da più di dieci anni con nidi di infanzia e scuole e seguo i genitori. Insieme risolviamo piccoli problemi e intoppi e troviamo strategie utili.
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