Imparare come discutere, stabilire le nostre regole e supportarsi a vicenda. Piccole strategie perché educare i figli è davvero un lavoro a due.
Sostenere le intemperanze dei figli, arginarne i capricci, rispondere alle loro richieste, stabilire linee educative, … ci vogliono una grande fermezza e una consapevolezza gigantesca!
In questo nostro lavoro quotidiano quante volte è un’impresa titanica restare ferme nelle nostre decisioni senza cedere, nonostante pianti e urla, nonostante i nostri sensi di colpa e i nostri dubbi?
“Sto facendo la cosa giusta?”
Già riflettendo con noi stesse ci troviamo spesso in conflitto per stabilire quello che è opportuno fare con i nostri figli, figurarsi poi quando non troviamo nel nostro compagno lo stesso atteggiamento, la stessa convinzione o la stessa fermezza.
“La parte della severa in casa devo sempre farla io, lui arriva a casa la sera e gliele dà tutte vinte!”
“Lei è troppo chioccia! Il bambino con me è bravissimo, ma la mamma, invece, non la rispetta proprio”.
Cambiano i ruoli e le famiglie, ma non cambia la sostanza: due genitori, due linee diverse di comportamento, a volte contrastanti e che, se espresse di fronte ai bambini hanno due risultati: i bambini si confondono o se ne approfittano.
E intanto in famiglia si generano dei circoli viziosi nei comportamenti di tutti.
Come evitarli? Come uscirne?
Ci vuole un po’ di strategia, perché educare i figli è davvero un lavoro a due
Trovare una strada comune
La difficoltà principale nel gestire in maniera armonica e condivisa l’educazione dei bambini spesso deriva dal nostro passato: tutti tendiamo inevitabilmente ad educare i nostri bambini sulla base dell’educazione ricevuta dai nostri genitori, quindi spesso con grandi differenze.
Molte modalità educative hanno origine in modelli “antichi”, ripetuti come automatismi di generazione in generazione, senza che il genitore ne sia consapevole, semplicemente perché “da me si è sempre fatto così” e non perché sia stata decisa una linea da seguire, una regola da applicare.
Ma aprire spazi di discussione tra genitori può aiutare a individuare una linea comune e nuova, che appartenga a QUELLA famiglia, la LORO e non sia solamente il risultato di due passati messi insieme. Comprendere il punto di vista dell’altro è sempre uno sforzo, vero, ma nella crescita dei figli è uno sforzo che va fatto e che ripaga.
Non è necessario fare liste infinite di divieti (che confondono il bambino e rendono difficile agli adulti trovarsi d’accordo), ma solo stabilire poche regole, chiare, coerenti, invalicabili, che aiutino il bambino a distinguere ciò che SI FA e ciò che NON SI FA, secondo i valori che mamma e papà hanno deciso per lui e per la famiglia.
Per educare i figli discutere si, ma in separata sede
Il mio compagno sta prendendo una posizione davanti al bambino che io non condivido? Sto diventando verde come Hulk e mi esce fumo dalle orecchie? Ferma. Conta fino a 100 e aspetta il momento opportuno.
Chiediti sempre se l’intavolare una discussione lì sul momento possa avere un effetto positivo da un punto di vista educativo, perché “riprendere” l’altro genitore di fronte a un bambino equivale a squalificare il suo intervento e la sua autorità, cosa poco corretta e decisamente improduttiva.
Ciò che serve ai bambini sono due genitori solidi che si dimostrano stima a vicenda.
Quando il bambino sarà a letto potremo discutere a quattr’occhi di ciò che non mi è sembrato giusto nel comportamento dell’altro e aggiustare il tiro di comune accordo.
E’ fondamentale che mamma e papà si rinforzino a vicenda nei loro ruoli così che entrambi siano dei punti di riferimento per il bambino. E’ molto utile, per esempio, che nel momento in cui un genitore interviene con un’osservazione o un rimprovero sul figlio, l’altro sottolinei il valore di quello che il compagno sta dicendo, così da non cedere a scappatoie e risolvere la questione col bambino molto più rapidamente.
50 e 50
Questa è una regola importantissima da tenere sempre presente.
I nostri figli, per quanto li sentiamo simili a noi, sono profondamente 50 per cento della mamma e 50 per cento del papà. Incarnano cioè anche quella metà che arriva dal mio compagno, dalla sua famiglia, dalla sua storia.
Il rispetto che noi portiamo a questo cinquanta per cento che non deriva da noi garantirà in larga parte l’equilibrio dei nostri figli.
Vale la pena chiederci, perché lo facciamo un po’ tutte: “Non è che sto cercando di fare tutto da me?” “Sono davvero così aperta da far partecipare anche lui, oltra a me, alla crescita di NOSTRO figlio?”
Recuperiamo la coppia, sempre
La decisione di vivere insieme e costruire una famiglia non è un passepartout che ci garantisca felicità di coppia eterna, né accordo e armonia tout-court.
La coppia è un orto che va annaffiato con pazienza e dedizione, quotidianamente, perché cresca e dia i suoi frutti.
Quando ci sono i bambini, molto del tempo che prima dedicavamo al nostro compagno è necessariamente impegnato altrove, ma i valori del nostro stare insieme, il nostro amore, devono trovare SEMPRE spazi per esprimersi.
Una cena, un bicchiere di vino sul divano a chiacchierare lottando contro la stanchezza, un caffè preso al volo tra un appuntamento e l’altro, sono momenti fondamentali.
Ricordiamoci dell’uomo che abbiamo scelto e non stanchiamoci di condividere con lui.
Il nostro amore deve continuare ad essere la base su cui crescere i figli e momenti di coppia piacevoli e regolari portano luce ed energia nella gestione quotidiana degli impegni che abbiamo preso insieme e ci fanno sentire più uniti nel condurli.
Quali difficoltà incontrate voi nell’ educare i figli? O quali strategie avete messo in atto? Scriveteci nei commenti!
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Mi chiamo Gaia , sono nata nel Settembre del 1975 a Savona, dove ancora oggi vivo con la mia famiglia. Laureata in Psicologia e iscritta all’Ordine degli Psicologi, inizialmente ho intrapreso una formazione tradizionale, con analisi personale e studi dinamici. Sentivo però che questo approccio non mi rappresentava completamente; Ddesideravo un metodo che tenesse conto della persona nella sua interezza: emotiva, corporea e spirituale. Mi sono quindi avvicinata ad un approccio energetico.
Mi occupo di percorsi di crescita individuale, colloqui di coppia e incontri di gruppo, animata dalla certezza che i momenti di difficoltà possono essere motori di grandi cambiamenti.
Mi occupo di famiglia e di educazione dei bambini, collaboro da più di dieci anni con nidi di infanzia e scuole e seguo i genitori. Insieme risolviamo piccoli problemi e intoppi e troviamo strategie utili.
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