Fai i compiti o facciamo i compiti? Come stare accanto ai bambini senza sostituirsi a loro? Le piccole regole per adottare Il modo giusto per aiutare i bambini a fare i compiti.
I compiti sono veramente utili? Sono un’opportunità o una tortura?
Quali sono le modalità più efficaci per assegnare e svolgere i compiti?
Bisogna aiutare i bambini?….
Sono molte le domande e i dubbi che genitori e insegnanti si pongono sul tema “Compiti”.
Ma, tranne rare eccezioni, oggi in tutte le Scuole Italiane i compiti ci sono, e se ci sono vanno fatti.
Certo potremmo discutere sulle scelte didattiche e metodologiche messe in campo dagli Istituti Scolastici, che sembrano ignorare le recenti scoperte scientifiche e continuano a “fare Scuola” con sistemi antichi e poco efficaci, ma qui non parleremo di questo.
I compiti ci sono e a farli devono essere i bambini.
Il genitore deve offrire al figlio un sostegno emotivo alla sua fatica, mostrare comprensione e aiutarlo a sviluppare il senso di responsabilità e la capacità di applicarsi.
E’ molto importante che il bambino si senta protagonista della sua esperienza scolastica, non sono i genitori a tornare tra i banchi di scuola!
Il “compito” dei genitori è quello di legittimare l’importanza dell’impegno, della fatica di dedicarsi a esercizi e ripetizioni, di aiutare a stabilire un buon rapporto con il tempo che va dedicato al lavoro scolastico.
Certo, non è facile ‘convincere’ bambini e ragazzi dell’utilità dei compiti. Per loro sono un obbligo e tolgono tempo al gioco. Forse la prima cosa da NON fare è proprio ostinarsi a dire che i compiti sono qualcosa di divertente.
Il senso dei compiti è quello di aiutare a consolidare degli apprendimenti e stimolare autodisciplina e responsabilizzazione.
E i genitori devono stare al fianco non al posto dei figli, perché, se gli si fa troppa ombra, non crescono!
Risolvere o svolgere i compiti al posto loro, suggerire la risposta corretta, impedisce di trarre beneficio dagli esercizi proposti, di verificare le proprie capacità, di sviluppare apprendimento dagli errori, di mettere alla prova il proprio impegno e accettare la fatica della ripetitività o del tempo dedicato allo studio.
In concreto?
Il primo passo per abituare i figli a svolgere i compiti senza troppe proteste, in modo sempre più autonomo, è quello di seguire qualche piccolo accorgimento:
QUANDO?
Per i bambini è importante l’organizzazione. All’inizio, è indispensabile essere anche un po’ prescrittivi: se si decide, per esempio, di dedicare ai compiti il sabato mattina, è così, punto e basta, non si deve fare altro. In questo modo aiutiamo i bambini ad autoregolarsi.
DOVE?
Il luogo dove fare i compiti deve favorire la concentrazione dei bambini, ed evitare troppi stimoli che potrebbero distrarre (televisione, giochi…).
COME?
I bambini devono fare i compiti da soli ma se serve un aiuto, deve essere il genitore che ha più pazienza ad assumersi l’impegno di dare una mano quando non capisce qualcosa. Fondamentale ricordarsi che rimproveri e urla servono soltanto a stressare il bambino e a minare la fiducia nelle sue capacità.
E SE SBAGLIA?
Quando il genitore nota un errore, dovrebbe invitare il bambino a rileggere e a capire che cosa ha sbagliato. Inutile invece mandare a scuola il bambino con i compiti perfetti se poi non ha capito il concetto. Anzi, può anche essere deleterio perché l’insegnante non riuscirà a capire l’effettiva preparazione del bambino.
CONTROLLO O NO?
All’inizio del percorso scolastico, è meglio controllare, per esempio, che il figlio si ricordi di fare tutti i compiti o che porti il materiale necessario per disegno o educazione fisica il giorno giusto. Ma poi, piano piano, il controllo deve diventare sempre meno stretto e, soprattutto, l’adulto non deve sostituirsi al figlio e fare le cose al posto suo.
Il bambino cresce, diventa più responsabile e autonomo e impara anche a gestire la sua vita a scuola. Naturalmente, ogni bambino ha i suoi ritmi, che vanno rispettati, ma è controproducente esercitare una costante ‘supervisione’ che mina la fiducia e le capacità dei figli.
Quasi tutti i genitori nutrono grandi aspettative verso il figlio, e ci tengono che vada a scuola con i compiti ben fatti – ed ecco la tentazione di farli al posto dei figli! -. In qualche modo, insomma anche noi ci sentiamo valutati.
Questo atteggiamento, però, non aiuta i bambini a imparare e diventare più autonomi e a credere in loro stessi.
Più che fare dovremmo non Fare:
Non sostituiamoci ai figli, non anticipiamoli, permettiamogli di Sbagliare!
Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa.
Gianni Rodari
di Giovanna Ambrosone,
Pedagogista e Formatrice, conduce uno sportello di consulenza genitoriale presso il “Nido Scuola La Locomotiva di Momo” , Via Anfossi, 36 Milano.
Per info e appuntamenti: giovanna.ambrosone@libero.it