Se la vita è piena di sorprese, insegniamo ai nostri figli non ad evitare gli ostacoli, ma a dare il meglio di sé con il sorriso e allenare l’ottimismo.
“Cosa desideri di più?”
“Essere felice”
“Cosa desideri di più da genitore?”
“Che mio figlio sia felice”
Cambia il ruolo, ma l’obiettivo non cambia. Si allarga e in qualche modo la Sua felicità diventa forse più importante della Nostra.
Tutti noi “grandi” sappiamo in cuor nostro che affinché nostro figlio sia felice, non solo oggi, ma nella vita, non possiamo evitargli difficoltà e delusioni, e non possiamo nemmeno difenderlo sempre contro le cose piccole e grandi che non sempre vanno come vorremmo.
Possiamo invece aiutarlo ad essere ottimista ed è il regalo più grande che possiamo fargli.
L’ottimismo non è (solo) questione i DNA ma anche di #pensapulito
“Facile a dirsi, ma il carattere…”
Non proprio. Il carattere conta per il 25%. Tre quarti del nostro modo di guardare al mondo dipendono da noi e da chi abbiamo intorno.
Essere pessimisti non è una cosa che scrivi sulla carta d’identità sotto “segni particolari” e se ne sta lì per sempre.
Il pessimismo si può evitare e l’ottimismo coltivare.
Ci ho pensato su parecchio e ho letto sul tema perché a me succede una cosa che non avevo previsto.
Che Cos, che è la solarità fatta a persona, qualche volta si abbatta come mai mi aspetterei da lei.
Un disegno non riuscito, una nota e spunta il muso lungo e, quel che è peggio, frasi tipo “sono proprio un disastro”.
Mi sono chiesta come intervenire e se c’è qualcosa nel mio modo d’essere che può influire nel suo.
Si. Onestamente si.
Si, il tempo mi ha cambiata.
Si, spesso tendo a vedere solo il lato NO delle cose e a concentrarmi su quello anziché girarci intorno e andare a vedere il lato SI (perché c’è sempre un lato SI).
E ho capito che l’ottimismo non si insegna come una lezione, ma come un modo di affrontare le cose di tutti i giorni.
L’ottimismo non è pensare che tutto andrà sempre bene, ma pensare che qualcosa di bello (tante cose belle) accadrà e che noi possiamo metterci del nostro perché cose positive accadano per noi, per chi ci sta intorno.
L’ottimismo non è non schivare i problemi, ma riconoscerli per quello che sono, ridimensionarli, affrontarli, risolverli.
L’ottimismo non ci fa gettare la spugna, ci rende sicuri di poter raggiungere i nostri obiettivi, ci spinge a continuare a provare, a trovare la vita sempre stimolante e a trarne soddisfazione.
E poi gli ottimisti si ammalano meno, sono più innamorati, vivono più a lungo, riescono meglio nello studio, nello sport, nei rapporti sociali, … insomma, sono decisamente più felici.
Praticare l’ottimismo in tre esercizi
Esercizio di ottimismo #1
Così ho cominciato a praticare l’ottimismo, come farei con uno sport.
E con mia figlia?
Le insegno a leggere la propria rabbia:
- “Cosa è andato storto?” Così capiamo dove è il problema
- “Cosa avevi fatto giusto?” Così non ci avviliamo
- “Pensi che sia una cosa che potrai fare meglio?” Così ci lavoriamo su
- “Se ti raccontassi che io oggi al lavoro sono stata un disastro, tu cosa mi diresti?”
Bingo! Questo è un gioco che serve ad essere meno severi, più comprensivi verso l’altro e quindi anche verso sé stessi. - … e adesso andiamo a mangiarci un pezzetto di cioccolata.
Esercizio di ottimismo #2
Come a Natale si fa la gara a chi vede più alberi illuminati, in auto o a passeggio facciamo la gara a chi vede più cose belle, quelle che ci fanno ridere o commuovere o sognare.
Col tempo diventa una bella abitudine.
Esercizio di ottimismo #3
Teniamo un diario in cui annotare le cose del giorno, con una sola regola: per ogni cosa negativa bisogna annotarne almeno due positive.
Man mano che i bambini crescono la lista di cose diventerà una lista di pensieri ed emozioni, piccole cose di cui ci siamo abituati a cogliere la bellezza.
#pensapulito: insegnare l’ottimismo ai bambini è un esercizio per la vita
Mia figlia da grande farà la stuntwoman, credo. Perché ogni giorno è un ginocchio grattugiato, un dito storto, ma non le ho mai detto “non correre perché cadi”
Il mondo è fatto per correrci attraverso, per incontrare amici, occasioni per mettersi alla prova, opportunità per conoscere e conoscersi meglio.
Il mondo è fatto di sorprese.
Il mio compito è fare l’allenatore, non facendola stare in panchina, ma spronandola a scendere in campo e dare il meglio di sé. Con il sorriso.
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Questo post è stato scritto per il progetto Folletto #pensapulito, per promuovere nella vita di tutti i giorni e nei rapporti tra le persone un comportamento corretto, etico, solidale, insomma un modo di pensare pulito, che ci aiuti ad avere un mondo più simile a quello che vorremmo. Ogni mese potete leggere un nuovo post o suggerirmi dei temi. #pensapulito è contagioso!
Grazie! Come sei stata carina a scrivermi! Felice di averti a bordo e , se vuoi, puoi iscriverti alla newsletter, che arriva con il caffé del sabato mattina. Trovi lo spazio per iscriverti in cima all’home page. A presto!
Ciao,
sono appena approdata sul tuo blog per vie molto traverse (cercavo riciclaggio e rinascita). Cosa dire? Fantastico, ho letto già molto della parte “mum and family” (sì, il riciclaggio è passato in secondo piano) e mi trovo molto in sintonia con quello che dici.
Volevo solo farti i complimenti e, anche se sono solo una goccia, dirti che ti seguirò assiduamente.
Non vedo l’ora di leggere i prossimi post.
Grazie! Come sei stata carina a scrivermi! Felice di averti a bordo e , se vuoi, puoi iscriverti alla newsletter, che arriva con il caffé del sabato mattina. Trovi lo spazio per iscriverti in cima all’home page. A presto!