La mia Parigi: un giorno a Montmartre

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Stradine nascoste, angoli da cartolina e perfino passaggi segreti. Scopri la mia Parigi con questo itinerario di un giorno a Montmartre.

Lo sapete che per i parigini Parigi è un lui, non una lei? A pensarci bene in effetti, accanto alla Grande Dame, esiste un Paris-village che ha un aspetto ben diverso dalla Ville Lumière da cartolina. 

Stradine tortuose, casette colorate dai balconi curatissimi, minuscoli caffè e boulangerie in cui tutti si conoscono e librerie polverose: questa è la Parigi un po’ fuori dal tempo e dai circuiti classici e merita scoprirla. 

Cosi ho passato il mio ultimo week end parigino andando a zonzo in questi quartieri per poi raccontarvi la mia Parigi in versione mignon con tutti gli indirizzi utili.

La mia Parigi: un giorno a Montmartre

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Chi non ha sognato di guardare le luci della città dall’alto, attraverso uno di quegli abbaini sui tetti di zinco? Io l’ho fatto. Per molto tempo Montmartre è stato il mio quartiere ed ogni volta che torno non posso non andare a salutarlo. Oggi quindi vi porto come me lungo le stradine che ho percorso migliaia di volte, tanto che potrei ormai farle ad occhi chiusi …

Il mio consiglio è andarci presto, al mattino, quando si sveglia, perché Montmartre spettinata dal sonno, mentre spalanca le serrande è più bella di quando si mette il rossetto per i turisti. 

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Se scendete a Pigalle, risalite rue  Rue Lepic e fermatevi per un café à Les 2 moulins  (rivedere il favoloso mondo di Amelie  prima di venire in questo quartiere è d’obbligo!)
Ci si incontra la gente di quartiere, come la vecchietta a cui ho offerto il quarto caffè della mattina” e che ha precisato al barista che lo voleva bien méchant.
Che abbiate voglia di dolce o salato, basta attraversare la strada ed entrare da Les Petits Mitrons, più di una boulangerie un’istituzione.

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Raggiungete quindi Place des Abbesses e se amate i Vide grenier (la versione in piccolo dei mercati delle pulci) andateci di sabato; qualche chicca la si scova sempre.

Proseguite poi per il Bateau-Lavoir  al 13 di place Émile-Goudeau, residenza di moltissimi artisti nel 1900, tanto da essere ribattezzato “la Villa Medici della pittura moderna”. Purtroppo dell’edificio non resta nulla, poiché fu distrutto da un incendio, ma da qui avete una prospettiva perfetta per scattare una foto cartolina di rue Berthe.

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Salite qualche gradino e svoltate a sinistra in rue d’Orchampt. Passate davanti agli atelier d’artista e seguite questa stradina fino in fondo per arrivare sotto le finestre di villa Dalida, la casa in cui visse la straordinaria cantante e poi sbucare davanti al Moulin de la Galette, dipinto da Van Gogh, Renoir e molti altri pittori.

Gli angoli segreti della mia Parigi

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Farsi delle foto qui come Amelie!
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o scoprire degli angoli nascosti

Prendete ora Avenue Junot, dove ci sono molti edifici particolari, arrivate al Passage de la sorcière e aguzzate l’udito. Se sentite grida e schiocchi siete nel posto giusto. Provate a spingere la porticina per sbucare in un posto segreto, che per me è la quintessenza della Francia: un circolo delle bocce in cui ammirare dei veri virtuosi della pétanque all’opera! Io ogni volta mi incanto a guardarli.

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Uscite a fate una passeggiata a Villa Léandre, che sembra un angolo di Normandia a Parigi. Vi garantisco che questa strada di casette dai tetti a punta è ignota perfino a molti parigini.

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Pausa da Marcel, caffè branché (parola da imparare subito, sta per trendy), che nel week end fa anche brunch per poi proseguire su rue Girardon per andare a salutare Passe-muraille, la statua del signor Dutilleul, personaggio romanzesco uscito dalla penna di Marcel Aymè, che possedeva il potere singolare di attraversare i muri grazie a cui divenne un celebre ladro fino a che non rimase letteralmente incastrato (nel muro) per amore, fuggendo dal marito geloso della sua amante.

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Passeggiate ancora un po’ per raggiungere le Chateau des brouillards, il castello delle nebbie, una di quelle follie architettoniche che nobili e ricchi borghesi amavano far costruire come case di campagna nei luoghi più ameni intorno alla città.
Non si sase il nome Castello delle nebbie sia dovuto ai vapori che si alzavano dalla vicina fonte o ai fumi dell’alcool, che qui dovevano essere copiosi, vista la vicinanza ai vigneti e a dei caffè, celebri proprio per i fiumi di vino che vi scorrevano.

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Di fronte a voi un’altro scorcio da Pinterest: rue de l’Abrevoir sfoggia alcune tra le case più belle di Parigi.
Risalitela per raggiungere la Maison rose, che, costruita nel 1850, porta benissimo i suoi anni. Sedetevi per un caffè o una soup à l’oignon, immaginando di chiacchierare con Picasso, che ne era un habitué.

Se oggi Montmarte vi pare essere la quintessenza di Parigi, dall’altro lato dell’incrocio i vigneti ancora esistenti sono la prova di come invece fino a 150 anni fa questo quartiere fosse un villaggio di campagna, dove le vigne da secoli garantivano gli introiti del vicino monastero.
Il Clos Montmartre è l’ultimo vigneto rimasto, ma ogni anno lo si festeggia con delle vendemmie in pompa magna, come merita questo monumento vivente alla Paris d’antan.

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A questo punto potete proseguire su rue Cortot per visitare il Museo della storia di Montmartre, la casa più antica del XVIII Arrondissement, in cui vissero la pittrice Susanne Valadon e suo figlio, Maurice Utrillo, oltre a Renoir ed altri artisti. Un piccolo gioiello poco noto con un vero atelier d’artista e un delizioso giardino.

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Il salto indietro nel tempo è quasi completo, ma voi muovete ancora qualche passo verso rue du Chevalier de la Barre, che gira dietro alla grande meringa, come io chiamo affettuosamente il Sacré Coeur. Il giardinetto che si trova accanto è un’oasi di quiete dove chissà perché i turisti non approdano quasi mai. E a noi piace tanto anche per questo.

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Manca qualcosa? Certo, i consigli di shopping!
Io ho scovato un negozio che è pieno di meraviglie.  Si chiama La Boulangerie, ma è gestito da un collettivo di artisti/artigiani ci trovate giocattoli e abitini per i bambini, gioielli per voi e piccole cose per la casa o da regalare come i piattini porta bijoux che io ho acquistato per Natale. Oppure fate un salto da Mademoiselle Pimpante, proprio di fronte, per abbigliamento, accessori e bijoux boho chic.
E poi regalatevi un po’ di dolcezza da Gilles Marchal e portate a casa un sacchetto di madeleines. Farete come Proust: al momento giusto un boccone vi riporterà qui.

Un giorno a Montmartre, Il primo itinerario a Paris village finisce qui, ma non perdetevi le prossime puntate de la mia Parigi😉

 

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2 Comments

  1. Una chicca questa descrizione della mia Paris…conosco meno i quartieri segreti di Montmartre, le mie zone di passeggiate senza “tempo e senza meta” sono piuttosto i quartieri segreti del XVI, XII e X arrondissement. Ma dopo aver letto tante dolcezze scritte con grande simpatia credo che farò un salto.
    Giovane Mamma che si è lanciata nel mondo dei blogger per condividere, conoscere e scambiare idee credo proprio di volerti seguire!! Ancora Grazie
    Buone Feste!!

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