Le età dell’amicizia: come insegnarne il valore

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Come nasce e come cresce l’amicizia per bambini e ragazzi e come supportarli nella scoperta di questo sentimento così importante?

 

“Essere amici vuol dire non aver paura di essere se stessi con l’altro.. i veri amici sono pochi”
Matilde, 11 anni

“Un amico è un dono e non fa mai la spia”
Cesare, 9 anni

“Quando un amico sta male o è triste si può confidare ed esprimere con me i suoi sentimenti”
Pietro, 10 anni

“L’amicizia è basata su fiducia e rispetto”
Bianca, 13 anni

Ho chiesto ad alcuni bambini di descrivermi il significato dell’amicizia secondo la loro esperienza: ho ricavato risposte profonde, piene di sentimento e passione, che mi hanno confermato come questo sentimento sia per loro una faccenda seria che sta loro molto a cuore.

Molto presto, fin dall’asilo nido, i bambini si sentono attratti maggiormente da alcuni bambini piuttosto che da altri. Le loro preferenze si esprimono sovente nella scelta di un amico speciale, spesso simile a loro per gusti o interessi, che diventa “l’amico del cuore”, il “migliore amico”, una relazione rassicurante che sostiene nell’affrontare la realtà sentendosi meno soli quando i genitori non sono presenti.

Lo slancio con cui il bambino riesce ad abbracciare l’amichetto e ad eleggerlo il proprio preferito corrisponde alla stessa spontaneità con cui queste prime amicizie, fino ad un momento prima dichiarate indistruttibili, si rompono: “Non sono più tuo amico!” mette fine rapidamente e spesso definitivamente a quello che fino a poco prima sembrava un idillio.

Come nasce e come cresce l’amicizia per bambini e ragazzi?

I primi rapporti di amicizia nascono soprattutto come condivisione di giochi, momenti di compagnia, interessi comuni, naturalmente in un contesto affettuoso.
Ma stringere relazioni di amicizia dona ai bambini nella loro crescita qualcosa di più significativo di un compagno di giochi: infatti permette loro di allenarsi in una palestra di rapporti con gli altri, allenamento che ha un ruolo indispensabile per forgiare quelle capacità che permetteranno da adulti di destreggiarsi nel mondo relazionale bene attrezzati.

Si fa pratica di affetto, condivisione e legami ma anche di gelosie, competizione, incomprensione.
La gamma delle esperienze emotive legate allo stringere amicizie può essere estremamente varia, ma ciò a cui è necessario dare importanza è la capacità che i bambini dovranno acquisire di sostenere e superare anche le pagine più difficili legate alle loro relazioni, le incomprensioni e le difficoltà, se ce ne saranno.

Nel rapporto con gli altri ciascuno di noi, compresi naturalmente i nostri bambini, porta se stesso, il proprio mondo, i propri slanci e il proprio timore delle delusioni.

Come evidenziano i bambini intervistati con la delicatezza delle loro risposte, già a partire dagli ultimi anni della scuola primaria la gamma emotiva che sostiene le capacità relazionali si fa più complessa, in particolare emerge una capacità empatica di mettersi nei panni degli altri che sarà fondamentale per dei rapporti duraturi nei quali sia compresa la possibilità di vivere un conflitto e superarlo.

Alla comunanza di gusti e attività si aggiunge infatti, intorno ai 9-10 anni, la capacità di cogliere nell’amico caratteristiche e qualità per le quali ottiene considerazione e stima da parte del bambino.

Dalle scuole medie in poi le relazioni si fanno più complesse: si cerca nell’amico una corrispondenza di valori profonda, intimità, accoglienza. Gli amici diventano specchi importanti per i ragazzi, luoghi accoglienti e rassicuranti che possono proteggere da quegli aspetti della realtà che li mettono più in difficoltà.

Attraverso la profondità di questi rapporti si concorre a costruire un senso di identità personale e di appartenenza ad un gruppo che fa sentire meno soli e intimamente compresi.

Come supportare i nostri ragazzi nella scoperta di questo sentimento così importante?

Ma come possono i genitori sostenere i propri figli nella costruzione di rapporti di amicizia sani e soddisfacenti?

  • Incoraggiamento: è importante che fin da piccoli i bambini vengano incoraggiati a frequentare gli amici al di fuori delle ore scolastiche, magari organizzando qualche merenda pomeridiana dove, attraverso il gioco informale e senza il supporto di maestre ed educatori, i bambini possano conoscersi nella spontaneità.
  • Libertà: diamo ai nostri bambini libertà di scegliersi chi desiderano come amico. Saranno loro a decidere a chi avvicinarsi ed è importante sostenerli senza prevaricarli con le nostre preferenze.
    Se permettiamo loro di sperimentare più rapporti di amicizia, i nostri figli capiranno in quali situazioni si sentono confortevoli e a loro agio e in quali invece non si sentono altrettanto al caldo. Ma per scegliere dobbiamo sperimentare, anche e soprattutto nelle relazioni con gli altri.
  • Fiducia: a meno di effettive situazioni dove nostri bambini possono vivere difficoltà tali da non poter difendersi da soli, è fondamentale comunicare la nostra fiducia nella loro capacità di vivere e di risolvere i conflitti con gli amici. Possiamo offrire un ascolto che non dia troppi giudizi valorizzando la loro possibilità di trovare delle strategie personali per muoversi nelle loro relazioni.
    Anziché difenderlo a spada tratta e dire che l’altro a certamente sbagliato, incitiamo nostro figlio al confronto con l’amico, a chiedere e dare spiegazioni.
  • Esempio: mostriamo ai nostri figli con quanto amore e con quanta cura apriamo la nostra vita alle nostre amicizie, comunichiamo con il nostro esempio quanto valore diamo allo stare insieme agli altri, alla condivisione all’interno delle nostre vite. La gioia e la bellezza che derivano da relazioni calde e armoniose possono essere trasmesse con naturalezza nelle nostre famiglie valorizzando e condividendo con i bambini la gratitudine per le amicizie con cui dividiamo il cammino.Alle parole di Gaia, come sempre bellissime, aggiungo la mia esperienza personale. Ho la fortuna di avere alcune care e grandi amiche con cui ho condiviso ormai decenni di affetto e, talvolta, anche fasi alterne di vicinanza e lontananza. Ho fatto conoscere a Cos queste persone, raccontato i momenti più divertenti condivisi e quelli in cui mi hanno teso la mano nelle difficoltà. Credo che anche nell’amicizia, come in mote altre cose, il nostro vissuto possa essere un supporto per poi lasciarli liberi di fare le loro esperienze.
  • Leggi anche:
    “Educare i figli è davvero un lavoro a due?”
    “Come spiegare l’amore ai bambini?”

Mi chiamo Gaia , sono nata nel Settembre del 1975 a Savona, dove ancora oggi vivo con la mia famiglia. Laureata in Psicologia e iscritta all’Ordine degli Psicologi, inizialmente ho intrapreso una formazione tradizionale, con analisi personale e studi dinamici. Sentivo però che questo approccio non mi rappresentava completamente; Ddesideravo un  metodo che tenesse conto della persona nella sua interezza: emotiva, corporea e spirituale. Mi sono quindi avvicinata ad un approccio energetico.
Mi occupo di percorsi di crescita individuale, colloqui di coppia e incontri di gruppo, animata dalla certezza che i momenti di difficoltà possono essere motori di grandi cambiamenti.
Mi occupo di famiglia e di educazione dei bambini, collaboro da più di dieci anni con nidi di infanzia e scuole e seguo i genitori. Insieme risolviamo piccoli problemi e intoppi e troviamo strategie utili.

Potete seguire gli eventi e gli incontri che propongo sulla mia pagina Facebook o contattarmi via email.

 

 

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