Musica e bambini: perché Yamaha è un’ottima idea

Musica e bambini come scegliere la scuola giusta Yamaha

La musica può dare moltissimo allo sviluppo di un bambino, ma è importante scegliere una scuola con insegnanti preparati anche dal punto di vista psico-pedagogiche. Ecco cosa ho scoperto delle scuole Yamaha.

Vi propongo un gioco: scegliete la vostra musica preferita, sedetevi comodi, cliccate su play, chiudete gli occhi e tornate bambini.
Quanti di noi hanno sognato, bambini o adolescenti, di diventare una pop star?
Vedo parecchie mani alzate.
Al di là che lo siate diventati o meno (ehi, c’è tra voi qualche pop star?), quel che conta è crescere con la musica dentro.
Perché dà un sapore diverso alla vita e non solo…

Da piccola, come tanti, ero stata spedita a lezioni di pianoforte, ma le mie mani non toccavano mai i tasti e il solfeggio era di una noia mortale.
Mi piaceva cantare, invece, e mi piaceva ancor più suonare il flauto, ma, nonostante il mio maestro delle medie avesse caldeggiato con i miei delle lezioni, il flauto era stato relegato al rango di “piffero”, perdendo così ogni dignità.  Adieux musica, per me e non c’è giorno che io non rimpianga di non aver studiato uno strumento.

Così, quando Cos mi ha detto che non voleva più andare in piscina perché “lì vogliono insegnarmi a nuotare e io invece voglio cantare!” non ho esitato un istante.
Non che io abbia niente contro il nuoto, ma il punto è che una passione è qualcosa che, anche da bambini, ci fa battere il cuore e trovare l’energia per dedicarcisi anche dopo ore di scuola, a mio avviso DEVE essere coltivata.

Musica e bambini: come scegliere la scuola giusta

Ovvio quindi che chi cura queste “piantine” per farle crescere bene debba essere un insegnante di musica e qualcosa di più.
Ho scoperto che proprio a questo si presta particolare attenzione nelle scuole di musica Yamaha, che mi hanno invitata a un seminario di due giorni con esperti di psicologia dell’età evolutiva e di comunicazione, pensato proprio per rinforzare le competenze psico-pedagogiche dei loro insegnanti.

Obiettivi? Saper instaurare un rapporto con i bambini, saper rendere coinvolgente una lezione e conoscere cosa un bambino è in grado di apprendere nelle diverse fasce d’età.
Ma anche come avere una comunicazione efficace con allievi e genitori, relazionarsi meglio e conoscere le modalità di “contenimento” di comportamenti capricciosi o difficili.

Insomma, tutte le regole d’oro per la buona riuscita di una lezione, oltre, naturalmente a tutti gli aspetti positivi e ai benefici (e sono tantissimi!) che la musica può dare nello sviluppo di un bambino e del suo cervello.

 

Musica e bambini come scegliere la scuola giusta Yamaha 2

Musica e bambini: cosa deve sapere un bravo insegnante

Siete ancora lì ad occhi chiusi?
Restate ancora bambini e provate a ricordare la cosa più importante che vi ha insegnato un maestro.
A credere in voi? Ad accettare le regole? A saper esprimere le emozioni? A trovare soluzioni creative? A contenere la frustrazione? Ad essere voi stessi nella maniera più piena possibile?
Nella migliore delle ipotesi queste e molte altre cose insieme.
E se così è stato doveva trattarsi di un insegnante empatico, preparato per poter entrare in contatto con i bambini nella maniera migliore e insegnare con passione e professionalità.
Qualcuno che, soprattutto oggi, sappia dare valore al bambino senza troppo farsi influenzare da genitori preoccupati o invadenti.
Qualcuno che sappia come interagire con bambini di ogni tipo.

Perché ogni bambino è come il tasto di un pianoforte: mica tutti suonano allo stesso modo!

Ecco, da Yamaha ho capito che c’è una particolare attenzione non solo verso la diffusione dei contenuti musicali con un metodo super testato, ma anche nella formazione dell’insegnante sotto tutti i punti di vista, anche relazionali e pedagogici, sempre più importanti  nel confronto con bambini e adolescenti.
Di questo si è parlato con Isabella Gasperini, psicologa dell’età evolutiva, Michele di Cesare, specialista in comunicazione ed anche con Massimo De Paoli, allenatore professionista, formatore di allenatori, tecnici e dirigenti in ambito sportivo.

Allenarsi con la musica è anche allenarsi alla vita

Cos ha cominciato a studiare musica quando aveva sei anni. A sette ha cominciato a studiare canto e oggi posso dire che, al di là dell’entusiasmo con cui si dedica ad entrambi, la scuola di musica è stata in qualche modo anche scuola di vita.
Perché studiare musica:
richiede impegno, pazienza, tenacia,
insegna a fare un lavoro di squadra in armonia con gli altri,
Tti ripaga con il divertimento, perché in fondo la musica è creativa e malleabile un po’ come lo slaim!

E sviluppa un sacco di qualità, di cui vi ho parlato nel post perché la musica aiuta i bambini a crescere bene .
Inoltre, al di là del tipo di intelligenza che la musica consente di sviluppare (sapevate che università prestigiosissime come Yale, danno priorità ad aspiranti allievi che suonano almeno uno strumento, perché la “mente musicale” ha qualità sopraffine?), crescere con un amore per la musica è per me in qualche modo garanzia di crescere con una passione sana, in un ambiente stimolante.
Il che non è poco ora e sarà ancor più importante quando i nostri figli saranno dei teenager.

 

Post in collaborazione con Yamaha Music – #crescereconyamaha

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