Se le mamme sono acrobate i papà equilibristi sono anche un po’ pagliacci…
… camminano sospesi, su un filo molto sottile, con la faccia bianca di farina e il naso rosso, sospesi tra le paturnie delle suddette acrobate e i ruggiti delle belve in pannolino. Vietato lamentarsi! Devono sempre andare avanti, sorridenti, tra un rimprovero e un piagnisteo, in un kaos totale e incessante.
Domenica mattina. Domenica è sempre Domenica. Sarebbe sinonimo di relax? Tutt’altro! Gigi la trottola gira per casa spingendo una sedia, che in combutta col pavimento fa sanguinare le mie trombe d’Eustachio, e intanto, sorridendo, urla: “Totta! Totta! Totta! Toitta! Toitta! Toitta!”. Nel suo linguaggio questo è segno di somma soddisfazione: la torta, a colazione, era molto buona…
Intanto il capitano comandante acrobata passa il phon nell’altra stanza. Sembra di essere sotto un bombardamento. Dall’incessante ululato dell’arnese generatore d’aria calda emerge un comando perentorio: “Chiudi casa intanto! Altrimenti arriviamo sempre in ritardo!”.
Io: “Ok…”
Capo: “Però prima mettigli i sandaliniiiii!”
Io: “Va be’, chiudo e poi…”
Capo: “Nooooo! Subito! Altrimenti esce sul terrazzo e si sporca tutto!”
Io: “Ok. Allora vieni qui tu… Ti devo mettere i sandalini… No! Aspetta! Molla la sedia…”
Uragano A: “Toitaaaaa! Toitaaaaa! – gettandosi a testa indietro, con la schiena inarcata – Aaaaaaaaah! Aaaaaaaah!”
Io: “No, non contorcerti… Aspetta, ci mettiamo i sandalini… No, la sedia dopo…”
Uragano A: “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Papapapapapapàààààà! Aaaaaaaaèèèèèèèèèèèèèèèèèaaaaaaah!”
Capo: “Hai chiuso casaaaaaaa?!?”.
E qui rimpiango le tediose riunioni in ufficio, con quei monotoni figuri senza ritmo, che parlano per ore ed ore d’aria fritta, cantilenosi e pesanti, mentre io devo faticare per vincere la gravità delle palpebre… Questo, tutto questo, va moltiplicato per dieci, per cento… Per ogni ora in cui il papà equilibrista e pagliaccio passa al servizio dei suoi capi supremi, quello piccolo e… Quello col pannolino. Poi, però, arrivano abbracci, pacchine, sorrisi e carezze. Dura qualche secondo, ma è la paga del soldato. Al pagliaccio, allora, si scioglie il trucco e, sorprendentemente, si scopre che sotto a quel sorriso stagliato in rosso col belletto di scena, ce n’è uno vero e più grande. E come il maratoneta, varcato il traguardo, tra fitte lancinanti e crampi, il papà si corica e sorride soddisfatto… Ne è valsa la pena! Perché non c’è niente di più bello della sua famiglia…
“Ronf… Ronf… Uh?!?”. “Gli avevi lavato i dentini, vero?!?!?!?”.
@AndreaBricchi77
Andrea e un ingegnere elettronico iperspecializzato e poliglotta che vola da un capo all’altro del mondo. Quando atterra in casa sua si trasforma in un papà-mix tra Peter pan (perché oltre che volare gioca parecchio) e Il papà degli Incredibili, felicemente al servizio di Grande e Piccolocapo (alias moglie e figlio) e non c’è tortura casalinga a cui non sorrida. Io l’ho conosciuto in questo magico spazio virtuale che ha il potere di avvicinare i simili e direi che ha tutte le carte in regola per essere nominato Zigzagdad, tra i papà equilibristi, per meriti acquisiti sul campo di battaglia. Da grande farà il giornalista sportivo, mixando economia e pallone, ma secondo me scrive bene anche di vita vissuta. Intanto lo leggete su pianetamilan.it o lo incontrate su twitter, dove sono certa che non possa star dentro i 140 caratteri…
Bell’articolo, con molto ritmo che ti fa sentire parte dell’azione. Bravo, ben scritto !
Bravo Andrea. Non era facile riuscire a rendere il rumore simultaneo del phon e di una sedia trascinata, dei piedini che sbattono al ritmo di un capriccio e dei tuoi retropensieri. Che dire? Hai il ritmo nel sangue!!!