Come rapportarci ad un bambino? Quali buone abitudini insegnare? Come gestire lo svezzamento? Le cose che dovremmo sapere per aiutare un bambino a crescere.
Sono infinite le cose che un bambino e un genitore condividono, ma tra queste le prime esperienze sono quelle che creano un legame speciale nel percorso della crescita.
Alcune teorie Pedagogiche, come quella Montessoriana, sostengono l’importanza di rispettare la libertà del bambino, aiutandolo nei suoi sforzi per crescere, e Freud scrisse che “Se tutti i bambini venissero allevati con il metodo Montessori, noi psicanalisti non avremmo niente da fare”.
All’epoca non era scontato pensare ad un mondo a misura di bambino come lo viviamo oggi; un bambino era semplicemente un essere da educare secondo regole, quelle dei grandi.
Molte delle loro considerazioni ci sono utili ancora oggi nel guidarci ad essere genitori consapevoli che i bambini vanno lasciati “liberi di diventare grandi”, rispettando i loro tempi e le loro fasi, le loro necessità e la curiosità tutta infantile, evitando di sostituirci a loro.
Ho partecipato di recente ad un bellissimo incontro, organizzato da Mellin www.mellin.it , dove in compagnia di un pediatra, una psicologa e molte mamme, abbiamo avuto modo di riflettere sul tema, che io trovo estremamente interessante per il benessere dei nostri bambini. Per questo oggi mi fa piacere condividere con voi queste riflessioni ed ascoltare il vostro parere.
Le informazioni sono tantissime, una sorta di mini-guida passo dopo passo al mestiere di genitore.
Il bambino nasce sano
Da un punto di vista psichico il suo agire è mosso dal principio di piacere, sosteneva Freud (che poi è il motore dell’agire umano). Un bambino, anche piccolo, costruisce la sua facoltà di pensiero scegliendo fin da subito tra ciò che incontra sul suo percorso cosa tenere e cosa rifiutare.
A differenza degli altri cuccioli, non ha istinti che lo orientano, impara dall’ambiente e dalle esperienze.
Dipende dagli adulti, certo, mamma in primis, ma le sue funzioni mentali sono già paragonabili a quelle di un adulto.
Nel richiedere il cibo, per esempio, è il piacere, che ricorda, a spingerlo a cercare ogni volta il seno materno.
Il compito degli adulti
è di aiutare il processo evolutivo del bambino, in tutti i momenti importanti nella costruzione del suo pensiero e delle sue capacità, ma l’attore è e deve restare il bambino.
Bambino-adulto: quando la relazione è distorta
Capita, se ci pensiamo sarà capitato anche a noi da piccoli, di incappare in adulti che non sanno come comportarsi davanti al bambino e che, trovandosi sguarniti ricorrono a teorie o convenzioni culturali che gli fanno da bussola.
Regole semplici, troppo, che non tengono conto che un bambino è un insieme vivo! Che interagisce con l’ambiente, è curioso, …
Quanti danni ha fatto (e fa) per esempio la teoria che “il bambino per stare bene deve essere vorace e mangiare tanto”?
Quando regole e pregiudizi sono davvero inutili
Gli errori più grossi che un adulto compie con un bambino vengono proprio dal non saper riconoscere che quello che ha davanti è, appunto, un bambino.
Ciò che importa non è sapere che fare ma di quanti e quali pregiudizi ci dobbiamo spogliare. Cosa che può farci sentire deboli, far vacillare il nostro senso di autorità, ma che ci aiuta invece a trovare la via corretta per comunicare e sostenere un bambino.
Bambino e genitore: compagni di viaggio
Un bambino viaggia bene quando ha vicino un partner-genitore che gli fa compagnia e molto più delle regole vale l’emulazione.
Seguire una dieta corretta, fare sport, ascoltare la musica, … cose che un bambino impara in modo naturale da chi gli sta vicino.
La nostra responsabilità di adulti sta nel fatto che il bambino è ingenuo e non sarà mai in grado di pensare che quello che gli offriamo potrebbe fargli male. Un bambino si fida.
Le cose da non dire (e non pensare)
Il bambino non è capriccioso di suo. Un bambino piccolo, poi, non ha che il pianto per far intendere che qualcosa non gli va.
Dire di un bambino “Me lo fa apposta” significa applicare ai bambini pensieri e meccanismi degli adulti che al bambino non appartengono affatto.
“Non mi mangia” o “Non mi dorme” sono espressioni che fanno intendere che il bambino tradisce la relazione con noi. Ma davvero potrebbe essere così?
Intelligenza o curiosità?
La curiosità in un bambino è più importante dell’intelligenza come la intendiamo noi. Lasciamogli fare esperienza senza per forza intervenire. E non cerchiamo la nostra gratificazione spingendo la sua manina a infilare il triangolo al posto giusto o guidandola a scrivere tra le righe in modo corretto.
Emulazione e apprendimento
Contiamo invece su questo! I neuroni-specchio sono le cellule nervose che fotografano le azioni e l’ambiente. Sinestesia è il fenomeno per cui una visione ne evoca un’altra. Questo è il meccanismo che regola l’apprendimento del bambino, come ci ha raccontato il Pediatra.
Mettiamoci nella loro ottica sapendo che trasmettiamo loro tutto!
Tutti i nostri automatismi di essere umano richiedono un apprendimento, dal respirare mentre si mangia al masticare. Come quando guidiamo non pensiamo più alla frizione (ma ci pensiamo quando stiamo prendendo la patente), allo stesso modo quando impariamo le azioni che da adulti sono scontate, siamo molto concentrati e concentrati anche ad imitare quello che fanno gli adulti.
Il cibo: valore e rischi
Veicolo di affetti, forse prima ancora che di sostentamento, il cibo stimola tante aree nervose: non solo il gusto ma tutti e cinque i sensi, cosa che spesso i genitori ignorano.
Come spesso ignoriamo che una piaga dei nostri giorni è l’obesità, che se evidente già in età pediatrica, è a rischio di complicanze ancor più gravi.
Queste sono una serie di informazioni importanti:
- Un bambino di 6 anni obeso, nel 50% dei casi lo sarà anche da grande.
- Se lo è a 12 anni, nel 75% dei casi lo sarà anche da grande.
- Un bambino su tre, sopratutto nel Sud Italia, è in sovrappeso.
- La Malnutrizione esiste anche nel nostro paese e molte regole basilari nell’alimentazione di un bambino non vengono osservate.
- Fino a 12 mesi di vita, secondo uno studio fatto su un campione di bambini e citato dal Pediatra, metà dei bambini assume proteine in quantità doppia del necessario, poco ferro, poche fibre e troppi zuccheri semplici.
- Rispetto ad un adulto, a un bambino, in proporzione al suo peso, servono invece:
Ferro 4 volte più di un adulto
Calcio 3 volte in più
Vitamina D 5 volte in più
Perché il cibo dei piccoli deve essere sicuro
Il bambino è un soggetto a rischio, che assorbe come una spugna pesticidi e contaminanti, perché il suo organismo è in fase di crescita e li elimina molto più lentamente di un adulto. E ovviamente gli errori alimentari non si vedono subito ma a distanza di molti anni. Per questo la sicurezza degli alimenti è importante.
Va bene allora proporre cibo autoprodotto (dalla mela grattugiata alle pappe), a patto di essere certi della bontà e sicurezza della materia prima.
Per questo i prodotti per l’infanzia sono regolamentati con standard di qualità molto più rigorosi di quelli degli adulti, che tengono in considerazione i possibili contaminanti degli alimenti, che risultano particolarmente tossici per il delicato organismo di un bambino ancora in sviluppo.
Allattamento
Ogni cucciolo ha il suo latte, con caratteristiche adatte a lui. Basti pensare che se cane e gatto raddoppiano il peso dopo 10 gg, un bambino lo raddoppia entro 5 / 6 mesi.
Secondo gli studi più recenti inoltre nel latte materno ci sono cellule staminali che pare possano arrivare fino al cervello del bambino.
Il Latte vaccino ha troppe proteine e poco ferro, difficile da assorbire rispetto al latte materno e non va bene prima dei 12 mesi (ma è preferibile somministrarlo ai bambini dopo i 24 mesi).
Svezzamento
Il latte scende per forza di gravità. A 5 mesi, quando il bambino sorregge il collo, comincia ad articolare la deglutizione, ma deve consolidarsi un circuito nervoso. La consistenza dei cibi deve farsi via via diversa di mese in mese anche se il bambino ancora non avesse i denti, perché le gengive consentono comunque di mordere e masticare.
Dopo i 6 mesi il latte materno da solo non è più sufficiente. Può essere una colazione ma non sostituirsi alla pappa, per ragioni di apporto nutrizionale e anche evolutivo-educative.
Il bambino deve recepire che sono cose diverse e non che può evitare il pranzo per avere il latte.
Dagli 8 ai 18 mesi, come ci ha ricordato il Pediatra, c’è una “sensitive window” fondamentale per consentire la sperimentazione alimentare, di sapori, consistenze, colori.
Se in quei 18 mesi il bambino non ha percorso queste tappe, poi diventa molto difficile fargli accettare altro che non siano pappe liquide.
Un po’ alla volta il bambino imparerà a gestire respirazione, deglutizione etc …
Come evitare i piccoli disturbi alimentari
Sono in aumento nei bambini i disturbi gastrointestinali come la stitichezza, legata allo scarso apporto di acqua e fibre.
Con lo svezzamento il bambino deve essere abituato a bere regolarmente durante tutta la giornata, a mangiare frutta e a fare movimento. Tutto questo aiuta molto ad evitare l’intestino pigro.
Liofilizzato o omogeneizzato? Quali pappe?
Nelle primissime fasi dello svezzamento, il Pediatra può suggere l’utilizzo di un Liofilizzato, poi arriva l’omogeneizzato.
Si evolve la famiglia, si aggiornano le teorie nutrizionali e si evolvono i prodotti che aiutano la dieta.
Di recente, uno studio ha testato alimenti per infanzia di consistenza diversa. E’ risultato che ci sono dimensioni ottimali che favoriscono l’accettazione e l’introduzione di consistenze diverse.
La nuova pappa baby food
Nel rispetto delle normative di sicurezza e nutrizionali e tenuto conto delle esigenze delle mamme, è nata la gamma Primi dentini https://www.mellin.it/nuova-linea-primi-dentini (per lo svezzamento di un bimbo che cresce). E’ molto importante nell’educazione alimentare dei piccoli variare le consistenze in funzione della crescita dei bambini fino ad arrivare ai cibi per adulti.
Oggi, per carne e frutta sono nati dei prodotti appositi: Primi dentini, adatti dall’ottavo mese e testati con bambini e famiglie.
Privi di zucchero aggiunto (contengono lo zucchero della frutta) e sale e con tutta la sicurezza del baby food, comprendono: 4 prodotti di carne in pezzettini, frutta al 100 % con pezzetti e prodotti sgranocchiabili come i grissini, 4 alternative di pasta per l’infanzia e biscotti “cresci e gioca”.
Latte di crescita
È vero che siamo tutti cresciuti a latte vaccino ma è vero che la società e gli studi si sono evoluti. Sono stati infatti studiati latti adeguati alle esigenze nutrizionali dei bambini a partire dall’anno di età.
- La gamma Primi passi – Latti Crescita per bambini dopo l’anno – hanno oggi due novità . https://www.mellin.it/prodotti/nuova-gamma-latte-primi-passi. Un latte crescita con contenuti adeguati di ferro e proteine a cui sono aggiunte le fibre (come nel caso del Latte Crescita 3 Fibre) ma anche Mellin Soia 3, senza lattosio per chi decide di seguire un’alimentazione con proteine di origine vegetale. Completa la gamma il Latte Crescita 4, dal 2° al 3° anno di vita, con vitamina D e calcio.
Quanto latte dare a un bambino dopo l’anno?
400/500 ml al giorno vanno bene, seguendo il consiglio del proprio pediatra.
Quando introdurre altri cibi?
Se fino a sei mesi il bambino è allattato va bene così: l’allattamento al seno infatti va mantenuto in forma esclusiva per i primi 6 mesi.
Dopo il sesto mese non è più sufficiente il latte materno e andrebbe iniziato lo svezzamento.
Per alcuni bambini, se il pediatra lo ritiene opportuno, è possibile anticipare lo svezzamento prima del sesto mese ma comunque mai prima del quarto mese.
Lo svezzamento in generale non dovrebbe andare oltre i sei mesi (26 esima settimana) per cominciare perché il bambino dopo questa data ha bisogno di variare l’alimentazione.
Cosa fare se la dentizione è dolorosa?
Vecchie teorie spiegavano che i denti hanno la stessa origine embrionale del sistema nervoso. La dentizione avrebbe quindi un significato di passaggio importante. Quando arrivano i molari, a 16-18 mesi, c’è un momento di stasi, che può indurre le mamme a tornare alle pappe liquide. Ma è solo un passaggio, questo, dei disturbi della dentizione, così come i dolori di crescita.
Post in collaborazione con Mellin.it
Mi permetto di di riportare le informazioni di cui sono in possesso riguardo al latte in polvere…Oggi i pediatri e più ancora l’OMS sono concordi nell’affermare che il latte di proseguimento (2, 3, 4…) è inutile: dopo l’anno si può dare latte vaccino (tanto servirà solo come colazione, non sarà la base dell’alimentazione del bambino) oppure, se si è contrari al suo utilizzo, o peggio allergici, è meglio dare latte 1, l’unico latte in formula che ha davvero un significato.
Grazie per aver condiviso gli spunti di questo incontro, sarebbe bello approfondire ciascuno dei temi trattati😊
Per caso hai qualche riferimento della normativa che regolamenta la sicurezza dei baby food? Mi piacerebbe documentarmi in proposito. Grazie mille!
Ciao Cristina,
l’OMS raccomanda l’allattamento materno esclusivo fino al sesto mese, con il suggerimento di proseguire il più a lungo possibile, secondo la volontà di mamma e bambino anche dopo l’anno. Leggendo direttamente sul sito dell’OMS/WHO mi sembra che più che altro si parli di latti di proseguimento (non di crescita) e che soprattutto se ne parli in sostituzione del latte materno e, in questo senso, la scelta di allattare al seno, ovviamente è sempre la migliore 😉 Questo ci è stato più volte ribadito anche dal pediatra durante il nostro incontro!
Comunque, qualora non sia proprio possibile allattare al seno, anche il Ministero della salute sconsiglia l’utilizzo del latte vaccino prima dei 12 mesi (nella parte di “Corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia”)
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2520_allegato.pdf
Anche molti pediatri, come il dott. Piercarlo Salari, che è stato ospite dell’incontro, ma anche diverse associazioni di pediatria sostengono che il latte vaccino abbia infatti un eccesso di proteine e un contenuto troppo basso di ferro, che lo rendono non adatto ai bambini nella prima infanzia.
In merito invece alla domanda che mi hai fatto sulla regolamentazione del baby food so che i riferimenti di legge sono il DPR 128 del 07 aprile 1999 ed il Reg. 1881/2006: quest’ultimo definisce in generale i limiti per i contaminanti negli alimenti e, per alcuni contaminanti in particolare, indica limiti più precisi e restrittivi proprio per il Baby Food.
Anche per quanto riguarda gli additivi (Reg. 1333/2008 Additivi) esiste un elenco specifico per i prodotti del Baby Food: ad esempio non si possono utilizzare conservanti e coloranti
Ciao Sabina, grazie di cuore per le tue informazioni: precise e scrupolose! Sei molto professionale, ma anche attenta e delicata verso chiti legge: grazie davvero. Ti auguro buona ripresa del lavoro dopo le vacanze. Io continuerò a seguirti con affetto e curiosità 😊 Un saluto anche alla tua piccola/grande co-autrice!!!