Figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi? Dolcissime è il film da vedere con i figli quando l’adolescenza è in agguato.
“Figli piccoli, problemi piccoli,
Figli grandi, problemi grandi”
mi hanno sempre detto.
E quindi quando i figli diventano grandi che si fa? Si cerca di giocare d’anticipo o si trova la soluzione quando la difficoltà si presenta?
Io ho provato a giocare su entrambe le sponde: ho affrontato per gradi tutte quelle questioni che se si affrontano tutte d’un colpo, secondo me, rischiano di diventare molto difficili. Ma ho anche aspettato che fosse mia figlia a interrogarmi, per darle risposte puntuali a domande precise. Senza strafare.
Fino ad ora ha funzionato, ma ora il gioco si fa duro.
Cos a settembre avrà 10 anni e la preadolescenza è in agguato.
Ogni tanto le dico “verrà il momento in cui non mi sopporterai, né io te, del resto. Quello in cui invece di chiedere i grattini sulla schiena, sbufferai ogni volta che mi avvicinerò”. “Ma no, mamma, stai tranquilla … è così già adesso, Ha, ha, ha”. Finisce a cuscinate e solletico. Per ora.
Ma so che un giorno spunteranno segnali di divieto appesi alla porta della sua camera. So che verrà da me a raccontami la delusione per il tradimento di un’amica, la paura di non farcela ad una prova importante, … o forse sarò io a dover essere in grado di leggere tutto questo tra i suoi silenzi.
Lo so perché ogni sua fase è stato un flashback verso quel che ero io alla sua età. E ora che l’unico outfit possibile sono i jeans corti e l’evento più atteso sono stati i buchi alle orecchie sorrido perché vedo me. Molto, molto simile a lei.
Il che vuol dire anche che dovrò avere tutta quella pazienza che mia mamma ha avuto con me. E non è stata poca.
Ma mi piace pensare che il rapporto madre-figlia che abbiamo ora evolverà. Inciampando, più di quanto non sia accaduto finora, ma spero resterà quel nocciolo duro di fiducia che ho cercato di darle. In sé e in me.
E con le questioni difficili come la mettiamo?
Quelle che creano imbarazzo, intendete?
Quello è quasi il meno, a mio avviso, perché sono curiosità che esprime e a cui rispondo.
Quel che ancora non chiede, perché è difficile fino a che non ti succede, è “come capisci che un’amica è una vera amica?” o “quali sono le cose da non fare per non perdere il rispetto di sé o degli altri?” o “quali comportamenti di amici o compagni di scuola devono mettermi in guardia? Da cosa devo stare alla larga?” e “se qualcosa va storto, se non mi sento all’altezza, se mi manca il coraggio…?”
Ecco, su queste cose ho voluto giocare un po’ d’anticipo e l’ho fatto guardando con lei un film che uscirà al cinema il 1 agosto: “Dolcissime” di Francesco Ghiaccio.
Dolcissime il film da vedere con i figli
Una storia di ragazze, ma che secondo me può far riflettere molto anche i vostri figli maschi.
Mariagrazia, Chiara e Letizia sono tre amiche inseparabili. Allegre, golose di vita come ogni teenager, ma senza il phisique du role che fa sentire bella una ragazza. E’ schiacciante il confronto con Alice, compagna di classe algida e bellissima e capitano della squadra scolastica di nuoto sincronizzato. E’ schiacciante anche quello di Mariagrazia con la madre, ex campionessa sportiva ancora bellissima e piena di grinta. Lo è quello di Chiara con un Lui molto carino conosciuto in chat e a cui teme di mostrarsi. Perfino Letizia, che ha una voce straordinaria, ha troppa vergogna di sé per esibirla.
Un episodio di bullismo dà il via ad una risposta del tipo “occhio per occhio” e ad un riscatto poco nobile ma che finirà per dare una svolta alle vite di tutti loro. Grinta, voglia di farcela, di accettarsi e mostrarsi per quel che si è hanno la meglio. Le tre amiche si lanciano nell’impresa impossibile di diventare una squadra di sincro, allenate proprio dalla bellona della classe.
Il finale non ve lo svelo, perché anche in questo viaggio verso l’età adulta non è importante il punto di arrivo, ma le tappe.
I chiarimenti con i genitori, il supporto loro e degli amici, la capacità di tendersi la mano contro ogni forma di bullismo (troppo facile e stupido), di saper guardare alla persona anche oltre la sua taglia, di volersi e trattarsi bene, di lottare con le unghie e con i denti per un obiettivo.
A Cos (e anche a me) è scesa qualche lacrima, di quelle belle, che ti fanno pensare “Wow! E’ questo che mi aspetta? Non sarà facile ma è un gran bel viaggio”.
*Post in collaborazione con Vision Distribution
L’adolescenza di una figlia è come guidare veloce in un tunnel a luci spente, non sai cosa ti aspetta ed è TERRIBILMENTE lungo, per noi è durato dai 12 ai 18, adesso sto imboccando il tunnel con la secondogenita e non ha le stesse peculiarità della prima, quindi tutto nuovo e da scoprire, ma so che sarà davvero lungo….